Cronoterapia
Cos'è e come funziona
La cronoterapia combina la foto o luceterapia e melatonina. E’ una modalità di trattamento utilizzata per i disturbi circadiani del ritmo sonno-veglia. In questa categoria sono raggruppati il disturbo da fase anticipata, da fase ritardata, sindrome del fuso orario e sindrome dei turnisti, ritmo sonno-veglia irregolare, tipico della malattia di Alzheimer, e ciclo sonno-veglia non 24 ore, che interessa prevalentemente le persone non vedenti.
La fototerapia o light-therapy, che non è quella utilizzata per curare i disturbi della pelle, è una modalità di trattamento rivelatasi molto efficace non solo per i i disturbi del ritmo sonno veglia, ma anche per il Disturbo Affettivo Stagionale. All’opposto, il buio, e al riguardo emergono sempre più evidenze di efficacia, per controllare la fase maniacale o ipomanicale dei disturbi bipolari.
Vengono utilizzate delle lampade che emettono luce bianca ad un’intensità di 10.000 Lux, filtrata naturalmente dei raggi UV, che sono quelli dannosi per la retina e la pelle se non efficacemente protetti.
Il Disturbo Affettivo Stagionale è un’alterazione del tono dell’umore molto frequente. Si manifesta generalmente a fine autunno o inizio inverno ed è dovuto alla riduzione della luce ambientale a causa dell’accorciarsi delle giornate. Oltre al calo del tono dell’umore, quindi pessimismo, il classico Winter Blues, apatia, perdita di interessi, si associano anche disturbi del sonno, con ipersonnia, e dell’appetito, aumento di peso per eccessiva introduzione di carboidrati. La fototerapia, da sola o associata alla terapia farmacologica, è molto efficace nel risolvere questo disturbo. Nei paesi nordici molti locali pubblici sono illuminati con lampade ad intensa stimolazione luminosa. Di solito basta un’esposizione di circa 30 minuti al giorno ad una distanza di 50-60 centimetri.
Cronoterapia. In questa forma di trattamento alla fototerapia viene associata la melatonina per ristabilire il ritmo sonno-veglia alterato. La melatonina utilizzata in è in formulazione a rilascio prolungato e al dosaggio di 2 mg. In questo caso si tratta di un vero e proprio farmaco che richiede la ricetta medica per essere acquistato. Quella che si trova nei supermercati o nelle parafarmacie è ad assorbimento rapido e ad un dosaggio di 1 mg. Sostanzialmente l’effetto svanisce dopo pochi minuti in quanto dopo l’assorbimento subisce immediatamente l’azione metabolica del fegato. L’esposizione alla luce avviene al mattino presto in caso di disturbo del ritmo sonno-veglia da fase ritardata, che interessa prevalentemente i giovani e gli adolescenti, i cosiddetti “gufi” in termini di cronoritmi. La causa è da ricercare nella tendenza a questa età a ritardare sempre di più l’ora di andata a letto e l’esposizione prolungata a computer, tablet, smatphone. Questi strumenti, oltre a mantenere “il cervello attivo” fino a tardi, cosa sconsigliata per chi soffre di insonnia, emettono una luce blu che inibisce la produzione di melatonina da parte di una popolazione particolare di cellule situate nella retina.
Mentre per chi soffre di fase anticipata del sonno, cioè di quelle persone che vanno a letto presto, le cosiddette “allodole”, nella maggior parte dei casi persone anziane, l’esposizione avviene nel tardo pomeriggio e la melatonina invece viene somministrata al mattino presto.
Nel caso delle persone affette da demenza in fase avanzata, dove è presente una grave alterazione del ritmo sonno-veglia, con l’alternarsi di fasi di sonno e di veglia durante le 24 ore e quindi di confusione giorno/notte e agitazione crepuscolare, l’esposizione, o perlomeno la l’illuminazione intensa, dovrebbe essere continua fino al tardo pomeriggio, diversamente da quello che attualmente succede nella maggior parte delle strutture per anziani, dove molti ambienti hanno illuminazione molto soffusa.
L’effetto della luce si manifesta a carico della produzione della melatonina, l’ormone del sonno, che aumenta progressivamente di sera, fino a raggiungere un picco verso l’una di notte e una riduzione massima qualche ora prima del risveglio. La luce inibisce la produzione di questo ormone e a seconda che venga somministrata prima o dopo del picco minimo, ritarda o anticipa l’ora dell’addormentamento.
Per la diagnosi dei disturbi del ritmo sonno-veglia è molto importante nella settimana precedente la compilazione del diario del sonno che, casi più complessi, può essere abbinata all’actigrafia. Questo strumento molto simile ad un orologio da polso ha al suo interno un accelerometro e un sensore fotico. In base alla frequenza dei movimenti e al tipo e quantità di illuminazione è in grado, attraverso un algoritmo, di stabilire l’ora di andata e alzata dal letto, la latenza di addormentamento, i l numero e durata di risvegli dopo l’addormentamento, la durata del sonno e quindi in definitiva l’efficienza del sonno. Si tratta di uno strumento molto utile in caso di insonnia cronica.
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In generale, prima della vista è necessario raccogliere un po’ di informazioni personali sulla propria storia sanitaria, recuperare esami o accertamenti eseguiti negli ultimi anni, relazioni cliniche o lettere di dimissioni di eventuali ricoveri
Actigrafia
L’actigrafia è una metodica di indagine non invasiva per lo studio del sonno, che utilizza un actigrafo, dalle dimensioni e forma di un orologio da polso, dotato di un accelerometro per la registrazione dei movimenti e in alcuni anche di sensori luminosi, acustici e termici.
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